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PORTORICO

 

Portorico vino reportIl Mercato del VINO a PORTORICO
Report 2024


Formato: PDF
Prezzo: Euro 36
Codice prodotto: PRC24REP
Pagine: 62
Stato: disponibile

Indice: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato del vino: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di vino - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di vino e bevande alcoliche  - Tariffe e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita del vino - Catene della Gdo (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Formazione dei prezzi  - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato portoricano - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

 

 Portorico vino databaseIl Mercato del VINO a PORTORICO
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 24
Codice prodotto: PRC24DB
Numero riferimenti: 43
Stato: disponibile

Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della Gdo (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana

 

 

 

 

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IL MERCATO DEL VINO A PORTORICO
(Breve introduzione)

Portorico è la terza più grande isola dei Caraibi dopo Cuba e Hispaniola, con una popolaizone di circa 3,8 milioni di abitanti.
Politicamente si trova in una situazione particolare. Membro del Commonwealth britannico ha la qualifica di territorio non incorporato degli Sati Uniti, con la possibilità di diventare uno Stato americano a tutti gli effetti, gode di ampia autonomia ma non è del tutto indipendente. I cittadini di Portorico hanno la cittadinanza americana, ma non votano per l’elezione del Presidente e il governo locale pur autonomo si occupa, di fatto, solo delle questioni amministrative locali, politica estera e di difesa sono demandate agli Stati Uniti.  La sua valuta in corso legale è il dollaro statunitense ed è legata agli Stati Uniti per innumerevoli ragioni: flussi consistenti di cittadini portoricani emigrati, flussi consistenti di investimenti americani nella disastrata economia portoricana.
Per secoli l’economia di quest’isola si è basata sulla coltivazione della canna da zucchero. A partire dagli anni Quaranta del Novecento gli americani iniziarono a effettuare una serie di investimenti che dotarono l’isola di una base manifatturiera che ha consentito al paese di migliorare molto le sue condizioni economiche e, anche se paragonato a tutti gli altri Stati della Federazione americana Portorico risulterebbe il più povero, dall’altro lato se lo si paragona agli altri paesi dell’America Latina può essere considerato il paese più sviluppato con un livello di reddito pro capite medio, sui 15.000 Euro annui.

Il paese ha comunque infrastrutture abbastanza moderne, un sistema educativo che ha raggiunto standard discreti e stili di vita sempre più americanizzati. Molto sviluppato oggi è il settore turistico potendo sfruttare le splendide spiagge tropicali.
Nonostante ciò il paese versa in una congiuntura economica poco favorevole caratterizzata da un elevato debito pubblico, oltre il 100% del Pil, elevata disoccupazione (14%), una criminalità dilagante, gravi problemi finanziari che hanno fatto pensare, nell’estate del 2014, che il paese si avviasse verso un default di tipo argentino.
Le bevande alcoliche tradizionalmente consumate nell’isola sono il rum e la birra, ma il mercato del vino, che si è sviluppato soprattutto negli ultimi 15-20 anni, grazie anche alla diffusione massiccia dell’aria condizionata, sta crescendo a ritmi consistenti.
A Portorico ci sono aziende che producono vino, in realtà si tratta di imprese che importano mosto, soprattutto da paesi come Argentina e Cile, lo mettono a fermentare e producono vini di qualità bassa, prevalentemente vino da tavola, venduto a prezzi bassi per le fasce di popolazione più povere.
La produzione locale soddisfa la domanda di vini di poca qulità a prezzo basso mentre le importazioni soddisfano la domanda di qualità media e alta e si rivolgono alle fasce di popolazione con elevato potere d’acquito.
La produzione locale raggiunge circa 6 milioni di litri annui. Le importazioni ammontano a circa 6,5 milioni di litri all’anno, in termini di valore a circa 32 milioni di Euro.
I vini locali però godono di un regime impositivo molto più favorevole rispetto a quelli importati ed esiste di fatto un regime protezionistico che agevola i produttori locali.
I principali paesi esportatori sono in ordine di importanza: la Spagna (con una quota di mercato del 32% circa), gli Stati Uniti (25%), la Francia (14%) e il Cile (10%) e l’Argentina (9%). L’Italia ha una quota del 7%. Negli ultimi anni hanno cominciato a farsi strada anche i vini italiani e australiani.
La domanda di vino si concentra soprattutto sui vini rossi che prevalgono sui bianchi.
Il numero di consumatori di vino importato è cresciuto enormemente negli ultimi anni e i consumatori portoricani apprezzano sempre più questa bevanda. L’interesse crescente per il vino è testimoniato anche dal proliferare di corsi, eventi ed associazioni di appassionati.
Importazione e distribuzione, considerando anche le piccole dimensione del paese si concentrano in circa una cinquantina di imprese anche se quelle che di fatto controllano il mercato sono solo 6-7.
Si tratta in ogni caso di un mercato di piccole dimensioni, anche se in crescita, dove l’accesso non è facile. Per importare vino occorre avere apposita licenza,  e come si diceva sopra, esiste un regime protezionistico che avvantaggia i produttori locali.

 

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